Sotto il segno del GRIFO al comando del Maggiore Francesco Baracca, il Cavallino Rampante segna la storia dell’aviazione Italiana.

Francesco Baracca e il suo Spad VII

Un Pilota e il suo “Caccia”, nel centenario della Vittoria si vuole ricordare la 91ª squadriglia “degli Assi” che si coprì di gloria nei cieli sul fronte Italo-Austriaco.
Sotto il segno del GRIFO al comando del Maggiore Francesco Baracca, il Cavallino Rampante segna la storia dell’aviazione Italiana.
Spad S VII 2018 è l’orologio da polso ufficiale commemorativo ispirato all’originale segnatempo dell’eroe.

Un orologio che segnò il tempo di tutte le 34 vittorie e in tutte le sue missioni, oggi conservato in una teca del Museo Baracca di Lugo di Romagna.
Realizzato in numero limitato è un omaggio ai temerari cavalieri dell’aria che cento anni fa sfidarono le avversità con orgoglio, caparbietà e onore. Dedicato a coloro che amano le sfide, la storia, indossando oggetti unici e sono “Piloti” artefici della loro vita.

Cenni biografici

Francesco Baracca nasce il 9 maggio 1888 da Paolina Biancoli e da Enrico. Da giovane segue dapprima la scuola dei Padri Salesiani di Lugo, poi gli studi presso gli Scolopi della Badia Fiesolana, per terminarli al Liceo “Dante” di Firenze. Dopo la maturità si iscrive alla Scuola Militare di Modena, dove rimane per un paio di anni.

Nel 1909 frequenta la Scuola di Cavalleria a Pinerolo, dove viene promosso al grado di sottotenente nel luglio 1910 e assegnato al 1° Squadrone del Reggimento “Piemonte Reale” di stanza a Roma. Nel 1912 segue i corsi di pilotaggio civile a Reims, dove consegue il brevetto di pilota, attività verso cui avverte una naturale propensione ed un grande entusiasmo, testimoniati dalla lettera al padre del 5 maggio 1912 nella quale afferma: “[…] ora mi accorgo di avere avuto un’idea meravigliosa, perché l’aviazione ha progredito immensamente ed avrà un avvenire strepitoso”.

Dopo il brevetto civile di pilota d’aeroplano consegue quello di pilota militare e fino al 1915 si dedica al perfezionamento del suo addestramento. Alla vigilia della guerra, Baracca giunge a Parigi dove si specializza sui nuovi biplani da caccia Nieuport all’aeroporto di Le Bourget.

Rientrato in Italia nel luglio del 1915, esegue voli di pattugliamento ed ottiene la prima vittoria il 7 aprile 1916 ai comandi di un Nieuport con il quale abbatte un Aviatik austriaco.
Per le sue azioni di guerra, riceve una medaglia di bronzo, tre d’argento, la croce di cavaliere dell’ordine militare di Savoia, la croce di cavaliere ufficiale della Corona Belga, ed infine la medaglia d’oro, con la quale viene premiato per l’abbattimento del trentesimo aereo nemico.

Dal 1° maggio del 1917 comanda la 91ª Squadriglia, unità che, per la capacità dei suoi piloti e gli abbattimenti effettuati, viene definita la “Squadriglia degli Assi”.

Il 15 giugno 1918, in una spedizione a San Biagio di Collalta, in provincia di Treviso, ottiene la 34ª ed ultima vittoria e il 19 giugno, uscito per un’azione di mitragliamento a volo radente sul Montello, il suo Spad XIII viene colpito dagli austriaci presso l’Abbazia di Nervesa.

Il 23 giugno il suo corpo, accanto ai resti del velivolo, viene scoperto nel Montello quasi per caso dall’ufficiale di artiglieria Ambrogio Gobbi. Questi informa Osnago, compagno di Baracca dell’ultimo volo, col quale raggiunge le pendici del Montello assieme al tenente Ranza ed al giornalista Garinei del “Secolo” di Milano.

La salma del maggiore Baracca, ustionata in più punti, presenta una ferita penetrante sulla tempia destra. Le ali e la carlinga dello Spad sono carbonizzati, il motore e la mitragliatrice infissi nel suolo, il serbatoio della benzina presenta due fori da pallottole incendiarie. Le esequie di Baracca si svolgono il 26 giugno a Quinto di Treviso: l’elogio funebre è pronunciato da Gabriele D’Annunzio.
Il 28 il feretro giunge a Lugo nella tarda serata ed il 30 hanno luogo i funerali davanti ad una folla imponente.

“ad maiora”
Paolo Varriale
Daniele Serafini